L’urlo del Caimano: Catanzaro – Matera

Ci eravamo lasciati col tema del “money” che governa le sorti di squadre e campionati. Eravamo pervasi che il “money” detta la schiavitù della professione del calciatore, condizionando in maniera irreversibile l’atteggiamento già sospettoso dei tifosi sugli spalti.
Bene, alla luce di tre vittorie consecutive, riprendiamo il tema del money che, forse, ha più sfaccettature di quanto ci aspettavamo. “Money for nothing” cantava Mark Knopfler nel 1985, scimmiottando la ridicola protesta dei corrieri newyorchesi che lamentavano condizioni disagiate bevendo un hot coffee mentre guardavano MTV.
Il money è tutto quando perdi e niente quando vinci.
A differenza della scorsa stagione, l’elevato tasso morale degli uomini di Don Tano, ha prodotto sì un grido di dolore sotto le veci di una lettera firmata da tutti i componenti della squadra ed indirizzata alla proprità, ma al contempo ha regalato anche ai più pessimisti, una reazione d’orgoglio che riposiziona l’ambiente unicamente sull’obiettivo sportivo.
Evidente è stato il miglioramento mentale della squadra che gioca libera da freni e preoccupazioni, superbamente matura e professionale nell’affrontare il lavoro in allenamento e partita con la massima serietà.
Il tocco in più che ha trasformato il lavoro di routine in energia cinetica positiva è stato, senza ombra di dubbio, il cambio di modulo.
Il passaggio al 4-2-3-1 ha fatto letteralmente rinascere il gioco della squadra che assorbe con naturalezza le caratteristiche della rosa (rimpinzata tra agosto e gennaio di mezze punte) e la vocazione a fare la partita di Don Tano.
Tre sono stati le chiavi tattiche che, secondo noi, hanno permesso di mettere a segno il terzo sigillo contro un coriaceo Catanzaro: l’adattamento del tuttocampista Jack Casoli al suo nuovo ruolo di centrale di centrocampo; l’inserimento di una terza mezzapunta di ruolo, Di Livio, che ha portato ulteriore tecnica ed imprevidibilità sulla trequarti; la definitiva consacrazione del “Colosso di Osijek” Markone Dugandzic, efficacissima prima punta sia nel ruolo di cannoniere sia nel ruolo di centroboa, calamitando tutte le palle vaganti e sponda dignitosissima per tutte le giocate a ridosso dell’area avversaria.
Questa squadra era orfana proprio del vero nueve, ringraziamo pubblicamente Don Tano per aver abdicato alla sua notissima cocciutaggine tattica che aveva deformato le doti tecniche e tattiche di alcuni uomini nel 3-4-3.
Le uniche sofferenze sono state i continui rifornimenti concessi sugli esterni ai catanzaresi, sia in fase attiva (cross puntuali dalla trequarti) sia in fase passiva (fallo sistematico e velenosissime punizioni messe in mezzo per la torre Infantino).
Atleticamente la squadra sembra rinata, corsa e fiato sono stati garantiti per tutti i novanta minuti, con due situazioni un pò paradossali: sulla fascia sinistra Sernicola, tra i più presenti in stagione, ha protetto ed è ripartito allo stesso tempo, con una costanza e maturità sconosciuta ai suoi coetanei; Angelo, con molto minutaggio in meno, fatica a trovare continuità per tutta la gara. La differenza è, ovviamente, tutta nella carta d’identità che limita le prestazioni agonistiche del brasiliano.
Da accogliere con entusiasmo il contributo di un altro giovanissimo, per la prima volta titolare, Lorenzo Di Livio, intuitivo nel garantire assist a Dugandzic, cercato costantemente e con un’intesa totale e naturale, abile a non subire fisicamente la partita (e questo sembra il valore aggiunto rispetto al generosissimo Giovinco).
Chiudiamo, infine, con una nota di merito speciale per Little Neuer Golubovic: la doppia parata ravvicinata è stato il terzo goal che è mancato alla squadra, portierone dal valore assoluto che lo porterà a livelli professionali ancora più importanti.
L’esame da superare ora si chiama Lecce, una partita da affrontare come una finale per capire il reale limite che può raggiungere questa squadra, un test che rivelerà un’unica diagnosi:

“Road to Pescara In” o “Road to Pescara Out”

Anche noi vogliamo apparire su MTV. Il denaro non conta nulla. Money is for nothing.

Good luck and see you soon

 

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