L’urlo del Caimano: Cosenza – Matera

20180121_Cosenza_Matera_Tifomatera_00010Il mese di Gennaio è diventato il Ground Zero delle stagioni calcistiche biancazzurre. Mese complicato, le squadre si ritrovano travolte dalle notizie di calciomercato, si ritrovano atleticamente in condizioni difficili a causa della lunga sosta invernale e, nel caso della compagine biancazzurra, il primo mese dell’anno è diventato una sorta di vuoto ambientale che riporta giocatori con mali insanabili (virus intestinali che si protraggono per settimane), una società messa alle spalle al muro dai procuratori ed una squadra che riparte senza stimoli, abbandonata alla sorte ed incapace di comprendere quale sia la via di mezzo tra professionismo e dilettantismo.
Sono due anni consecutivi che i tifosi, smaltiti gli eccessi natalizi ed ansiosi di ritrovare i propri beniamini sul prato verde, si ritrovano sugli spalti disorientati ed increduli, maledettamente travolti da situazioni poco pallonare e molto “delinquenziali”.

Vada per la Coppa Italia, manifestazione che l’anno scorso proiettò la squadra sulla ribalta nazionale e che quest’anno ha segnato un passaggio indegno in quel di Lecce, ma il campionato, con la prima tappa a Cosenza, andava affrontato con il massimo impegno e con la massima serietà, visti gli equilibri nella zona playoff dove, complici i risultati delle altre squadre e le debacle tutta made in Matera, ci si può ritrovare dalle porte del paradiso alle porte dell’inferno, dal sognare il quasi aggancio al Trapani al settimo posto con soli cinque (poco rassicuranti) punti sull’undicesima.
Che campionato ci apprestiamo a seguire? Impossibile capire i flebili segnare societari, impossibile comprendere gli enigmatici messaggi di Don Tano, possibile, invece, comprendere i limiti di una rosa ormai inadatta ed immatura per certi livelli calcistici.

20180121_Cosenza_Matera_Tifomatera_00025Il non gioco espresso per tutta la durata della gara è sintomo evidente dei malanni della squadra, inesistente davanti, sconquassata dietro e vergognosamente deludente in mezzo.
Il destino dei campionati passa dal centrocampo: se si è forti nella mediana, la difesa gioca sul sicuro ed un attacco normale si trasforma in letale.
Passata mezza stagione, il flop più evidente ha un nome ed un cognome ben precisi: Andrea De Falco, simbolo della sciagurata deriva che sta prendendo il campionato.
Giocatore mai capace di illuminare, perso nei momenti in cui dovrebbe dettare i ritmi, lento nel leggere il gioco e costantemente sopraffatto dai pincopalla di turno, puntualmente ammonito per palle maleducatamente perse.

Ad oggi, possiamo candidamente ammettere che il maggior investimento della società, restituirà una perdita certa (il suo equivalente finanziario potrebbe essere un famoso bond subordinato di Banca Etruria, massima promessa di rendimento e perdita quasi garantita).
Malissimo il rientrante Urso (unica scusa, il mese trascorso ai box), disorientato il volenteroso Maimone, scomparso il dinamico Casoli, mai pervenuto l’esterno Angelo, ingiustamente premiato con novanta minuti di una partita dove la prima discesa è stata concessa dopo un’ora, appesantito da scorte di picanha, talmente imbolsito da non riuscire, in alcuni frangenti, nemmeno a reggersi in piedi al minimo contatto avversario.

Il quadro generale è stato devastante: zero tiri in porta (tranne quello della rete), zero cross, palla lanciata a cercare la “torre” Giovinco, zero fraseggi, nullità sui contrasti e sulle palle alte, ritmo da squadra parrocchiale. In campo solo degli Zombie. Quest’anno, c’è da dire, che più volte avevamo ribadito il concetto di “partita più brutta della stagione”: Lentini, Bisceglie, Rende, sembravano i punti più bassi della stagione, invece, a sorpresa, dopo sei partite utili, arriva l’upgrade che non ti aspetti e Cosenza diventa (speriamo definitivamente) il passaggio peggiore della stagione in corso.
La squadra necessita di una revisione totale alla rosa: servono giocatori esperti, servono giocatori sani, servono giocatori affamati. Proseguire sulla speranza di una linea verde per tirare avanti fino a fine stagione, lascia molte perplessità ad una tifoseria incantata da un grande direttore d’orchestra che si sta ritrovando a dare elementari lezioni di solfeggio a ragazzi un pò sordi e svogliati.
Non è più il tempo della speranza, non è più il tempo dell’attesa, è solo il momento di ripartire, con voglia, coraggio e la follia dei sognatori.
Chiudiamo l’articolo con il solito contributo musicale, un urlo feroce proprio contro i morti viventi incapaci di reagire ed assuefatti al peggio. RIP Dolores O’ Riordan.

Good luck Matera and see you soon…

“In your head, in your head
Zombie, zombie, zombie-ie-ie
What’s in your head, in your head
Zombie, zombie, zombie-ie-ie”

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