Matera, prove di rinascita. Un gruppo si presenta ufficialmente

Terminate le elezioni regionali, si può tornare a parlare concretamente di futuro nel mondo del pallone biancoazzurro. La città dei Sassi sta vivendo un anno calcistico da dimenticare: la prima metà passata tra incertezza e pesanti penalizzazioni, la seconda caratterizzata dal nulla assoluto. Il pallone ha smesso di rotolare qui a Matera, le porte del XXI Settembre “Franco Salerno” la domenica sono chiuse, i tornelli non girano, i tifosi hanno smesso di cantare.

Ma cosa sarà del nostro futuro? Il comune dovrà valutare a chi affidare il compito di rifondare il calcio materano, per poi provare a mediare con la lega ripartendo dalla serie D. Chi potrebbero essere i protagonisti della rinascita? Nicola Benedetto, uomo politico e imprenditore molto attivo nella città dei Sassi, nelle scorse settimane ha avanzato l’ipotesi di poter intervenire in prima persona. Nell’attesa di verificare le sue intenzioni e conoscere maggiori dettagli, nel pomeriggio di oggi è stato presentato alla città il progetto di Giuseppe Fragasso, imprenditore materano nel campo dell’edilizia e già nell’assetto societario durante il periodo Tosto-Perniola.

L’idea del gruppo di imprenditori capitanato da Fragasso è quella di non affidare il timone della barca ad un solo personaggio, vista anche l’ultima pessima esperienza da cui la città è uscita con le ossa rotte. Bensì una gestione partecipata tra chi vorrà acquistare le quote societarie al costo di 10 mila euro (prezzo di una singola quota). Considerato un minimo di 100 quote, pare che il gruppo di imprenditori abbia già raggiunto il 65% del totale. La nuova società, che potrebbe chiamarsi “Matera 1933” (come l’anno di nascita del calcio nella città dei Sassi), è quella di coinvolgere imprenditori, materani e non, tifosi, gruppi organizzati ed associazioni. Chissà che questa idea non possa essere una base solida per poter riportare il calcio nella domenica dei tifosi materani.

5 commenti

  1. Ma speriamo! Io sono un po’ scettico su una cosa del genere, da noi si dice che dove nel pollaio ci sono troppi galli non fa mai giorno. Sarei piu’ propenso in una societa’ formata massimo da 3/4 imprenditori di un certo livello e, soprattutto ben affiatati fra di loro e di fiducia. Comunque staremo a vedere, piuttosto il Comune si dia una mossa, il tempo scorre velocemente.

  2. 65% di quote = 650.000 euro. sulla carta? chi sono questi imprenditori? quanti sono? come sperano di racimolare 350.000 dall’azionariato popolare? chi governerà la nave una volta varata? quanto peso nelle decisioni potrà avere l’azionariato popolare? troppe incognite di un progetto utopistico che magari in altre realtà, forse, potrebbe essere valido.
    il comune? credo che abbia le mani legate fino a quando non sia dichiarata fallita la precedente società. questo però non vieta agli imprenditori del 65%, se veramente interessati ad un percorso di crescita sano del calcio a Matera, di creare una nuova società, non richiedere la iscrizione alla serie D (tramite il comune) e iniziare dalla gavetta, con un budget sicuramente meno importante, valorizzando le risorse giovanili locali (E CE NE SONO!!) finora relegate in cantina dalle precedenti gestioni calcistiche.

    • Certo, se quanto dichiarato corrisponde al vero ci sono già 650.000 euro pronti. Rispetto alle altre domande, ovviamente l’azionariato popolare non è in grado di racimolare i restanti 350.000 euro, ma la piccola imprenditoria si (un piccolo contributo ciascuno). Ad ogni modo noi abbiamo dato per scontato la veridicità del progetto, tuttavia questa disamina spetterà al comune nel momento in cui effettueranno una manifestazione di interesse. Restiamo in ascolto.
      Riguardo il coinvolgimento delle risorse giovanili locali, ci trovi pienamente d’accordo, la squadra di calcio della città deve svolgere per prima cosa una funzione sociale nella propria città, appunto.
      ORA E SEMPRE FORZA MATERA!

  3. Mi risulta che qualche giorno addietro, il tribunale di Matera abbia dichiarato il fallimento della vecchia societa’. Per cui sarebbe il caso che il Comune si muova, in modo tale da poter vedere se realmente esistono queste manifestazioni di interesse, senza aspettare gli ultimi momenti.

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